La Noia

La noia può diventare un disturbo quando perde i connotati di uno stato transitorio caratterizzato dall’ assenza di emozioni (inteso come spazio necessario alla persona, al termine di un’esperienza, per chiudere e assimilare l’esperienza precedente prima di percepire un nuovo bisogno e continuare a contattare la creatività che ci spinge verso l’ambiente e il nutrimento a noi necessario per la crescita e il benessere psicologico).

Spesso è il sentimento manifesto dell’esperienza narcisista o della depressione.

La noia è vissuta come uno stato di sospensione psicologica che modifica la nostra percezione dell’ambiente e priva di senso la realtà che ci circonda; la persona sperimenta un senso di vuoto e di insoddisfazione permanentemente: tutto appare troppo faticoso da raggiungere o inutile, niente raggiunge davvero o smuove interesse e azione.

Fra le cause di uno stato di noia “cronicizzato” possibili bisogni inappagati (cercando invano di sanare una mancanza interna che talvolta non comprende, la persona cerca stimoli esterni che non la soddisfano o che perdono attrattiva rispetto a un bisogno più grande che non viene mai colmato) o immaturità psicologica di comprendere i propri limiti (persone con visione onirica e grandiosa della realtà: si sogna una vita per sé senza saperla costruire con quello che si ha, rimanendo imprigionati nel desiderio non realizzato, nella ricerca esteriore di ciò che non si sa di volere).

Il lavoro terapeutico pertanto è mirato all’esplorazione e al raggiungimento della consapevolezza del bisogno autentico rimasto inappagato, che genera il senso di vuoto e insoddisfazione, e ad aiutare la persona a vedere di nuovo, sentire e dare valore a ciò che esperisce nel qui ed ora, al di là della mancanza predominante che invade in maniera accecante la sua percezione della realtà.